Israele ha intercettato un missile lanciato dagli Houthi yemeniti, dopo i raid aerei che hanno colpito Sanaa e Al Jawf causando 35 morti.
Nella notte tra il 10 e l’11 settembre 2025, l’esercito israeliano ha annunciato di aver intercettato un missile lanciato dallo Yemen, a seguito dei raid condotti il giorno precedente contro obiettivi Houthi a Sanaa e nella provincia di Al Jawf. Le sirene d’allarme sono scattate in diverse aree del sud di Israele, come previsto dal protocollo di sicurezza.
L’attacco arriva a meno di 24 ore dai bombardamenti israeliani contro postazioni dei ribelli Houthi, che secondo fonti locali avrebbero provocato 35 morti e 131 feriti. L’aviazione israeliana ha dichiarato di aver colpito infrastrutture militari, depositi di carburante e centri operativi del gruppo sciita, considerato una minaccia strategica per la sicurezza nazionale. Gli Houthi, sostenuti militarmente e politicamente dall’Iran, hanno rivendicato il lancio del missile come risposta diretta agli attacchi subiti.

Chi sono gli Houthi e perché lanciano missili contro Israele
Il movimento Houthi è un gruppo ribelle sciita attivo nel nord dello Yemen, coinvolto da anni in una guerra civile contro il governo yemenita riconosciuto a livello internazionale. Dopo l’inizio del conflitto tra Israele e Hamas nel 2023, gli Houthi hanno intensificato gli attacchi contro Israele, lanciando missili balistici e droni esplosivi.
Questi atti vengono giustificati come parte di una campagna di solidarietà con la Palestina, ma rappresentano anche un chiaro tentativo di espandere l’influenza iraniana nella regione.
Escalation regionale: le possibili conseguenze
L’intercettazione del missile dimostra l’efficienza del sistema di difesa israeliano, ma segnala anche una preoccupante escalation. Se gli attacchi continueranno, Israele potrebbe intensificare i raid, coinvolgendo attori regionali e alimentando ulteriormente le tensioni con l’Iran.
Secondo Reuters e AP News, questa dinamica rischia di compromettere i tentativi di mediazione internazionale e peggiorare la già drammatica crisi umanitaria in Yemen.